Apple pensava di farla franca ed invece ha dovuto pagare una maxi multa all’Unione Europea per non essersi adeguata in tempo alle nuove direttive, quelle che prevedevano una maggiore correttezza concorrenziale 

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Meta avrà pensato che ora non è proprio il caso cacciare altri soldi o essere accusata di non seguire le regole ed ha annunciato subito l’adeguamento in termini di interoperabilità

WhatsApp e Messenger di Meta interoperabili. Cosa vuol dire?

Se io ho WhatsApp e tu non ce l’hai, non possiamo chattare. Dobbiamo trovare un metodo alternativo (anche magari rispolverare i vecchi SMS) o si torna alle origini con la chiamata. 

All’Unione Europea questa cosa non andava giù e con il Digital Markets Act (DMA) ha imposto alle Big Tech di fare in modo che i servizi di messaggistica fossero disponibili anche con app di terze parti.

Quindi, se io ho WhatsApp e tu non ce l’hai, ma hai Telegram, possiamo chattare. 

meta signal meta

Secondo le informazioni ufficiale di Engineering at Meta, i fornitori di terze parti dovranno firmare un accordo con Messenger e/o WhtasApp per giungere a questa interoperabilità.

E qui nascono i primi problemi perché le vicende passate di Meta (quando ancora era solo Facebook) in materia di privacy e dati sensibili scottano ancora in casa Zuckerberg (Cambridge Analytica, tanto per fare un esempio). 

Negli anni infatti Meta ha implementato la crittografia end-to-end, inserita del cosiddetto protocollo Signal.

Che cos’è la crittografia end-to-end (etee)?

In modo molto semplice, è la facoltà di decifrare i messaggi solo da parte di chi scrive e di chi riceve. Quindi se un giorno dovesse esserci un attacco ai server del provider, quei messaggi non potranno essere letti perché la “chiave” per la decodifica è in possesso solo di scrivente e ricevente. 

Questo dunque sarà un requisito imprescindibile dalla terza parte che vorrà proporsi a Meta per l’interoperabilità. 

Meta dice testuale:

“Per massimizzare la sicurezza dell’utente, preferiremmo che i fornitori di terze parti utilizzino il protocollo Signal. Tuttavia, poiché questo deve funzionare per tutti, consentiremo ai fornitori di terze parti di utilizzare un protocollo compatibile se sono in grado di dimostrare che offre le stesse garanzie di sicurezza di Signal”. 

Benchè si capisca l’importanza dell’adeguamento alle normative europee del DMA, non sono del tutto infondate le perplessità di Meta. 

Il libero mercato non sempre rappresenta, per l’utente finale, un vantaggio. Ed è per questo che anche spiegare l’interoperabilità agli utenti è una sfida nella sfida. 

Meta infatti, toccandola piano, dichiara:

“Riteniamo che sia essenziale fornire agli utenti informazioni trasparenti su come funziona l’interoperabilità e su come differisce dalle loro chat con altri utenti WhatsApp o Messenger. Questa sarà la prima volta che gli utenti faranno parte di una rete interoperabile sui nostri servizi, quindi fornire loro informazioni chiare e dirette su cosa aspettarsi sarà fondamentale. Ad esempio, gli utenti devono sapere che la nostra promessa di sicurezza e privacy, così come il set di funzionalità, non corrisponderà esattamente a ciò che offriamo nelle chat di WhatsApp”.

Utente avvisato. 

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