Influencer ormai è da boomer.
Chiamateli “Creators”.
Lo sviluppo (o rottura) dell’Influencer Marketing, con i dati alla mano dell’anno passato e ciò che invece dobbiamo aspettarci dal 2024 in fatto di trends, ci mostra – tra le altre cose, anche una nuova consapevolezza: non chiamateli più Influencer, bensì Creators.
E non fa una piega se pensiamo che l’evoluzione del ruolo riguarda la creazione di contenuti digitali; pertanto non sono più una persona che influenza le persone con il mio stile di vita o bel faccino, ma creo contenuti per avvicinare a me le persone.
Vediamo nel dettaglio cosa contiene il Rapporto 2024 Influencer Marketing Trends Report a firma di CreatorIQ che da tre anni a questa parte fa le pulci al mondo dell’Influencer Marketing.
Partiamo dal passato per vedere cosa ci aspetta nel futuro.
Il rapporto ha lo scopo di capire come i brand si rapportano a creatori di contenuti digitali, quanto investono, quanto guadagnano e quali sono le difficoltà che riscontrano. La maggior parte dei brand intervistati ha base negli Stati Uniti, ma un corposo campione viene anche dall’Europa, dal Canada e dal Brasile.
INVESTIMENTI e STRATEGIE
Nel 2023 il 55% delle compagnie ha voluto investire nell’Influencer Marketing che di per sé è un dato leggermente inferiore a quello del 2022.
Nonostante – come vedremo più avanti – la budget allocation rappresenti una delle maggiori sfide per il 2024, nell’anno appena passato il 33% delle organizzazioni ha fatto investimenti al di sotto dei 250mila $, il 19% fino a 5 milioni ed il 6% ha puntato in alto con un investimento di oltre 6 milioni di dollari.
E se vi sembra “esagerato”, sappiate che il Report dimostra che il 66% dei brand ha avuto un ROI (ritorno dell’investimento) maggiore che altrimenti non avrebbe avuto se si fosse affidato all’advertising tradizionale (quindi senza la spintarella dei Creators).
E’ assolutamente per questo motivo che l’Influencer Marketing viene scelto principalmente per l’awareness anzichè le conversioni: in pratica, è prima di tutto il nuovo brand fresco fresco di mercato che si affida ai Creators per – appunto – farsi conoscere, altrimenti tutta la trafila del funnel, vista l’immane concorrenza/vetrina sui social, sarebbe lunga ed ancora più dispendiosa.
Ma quindi zero Conversioni?
No! Quella resta comunque la metrica principale.
Il report ci dice che i brand si affidano all’Influencer Marketing per
Conversioni
Impressions
Roas
SFIDE
Come accennavo prima, tra le sfide per il 2024 ci si aspetta quella relativa a budget che continuano ad essere inadeguati. Tant’è vero che nel report viene sottolineato come questo sia il maggiore roadblock dal 2020, ovvero da quando CreatorsIQ ha iniziato a sciorinare dati. E’ un “vorrei ma non posso”. E’ un “Mi piaci ma non sono pronto ad una relazione”. Insomma: è come se tutti fossero d’accordo sul fatto che investire nell’Influencer Marketing sia la chiave, ma non si è ancora del tutto convinti a volerci fare la massima puntata.
L’altra sfida che si prospetta non è da poco e visto quanto accaduto recentemente a Chiara Ferragni, direi che in casa CreatorsIQ siano stati abbastanza lungimiranti: puntiamo sui Crators rodati o ci affidiamo a quelli nuovi?
Bella domanda. E bella sfida.
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PARLIAMO DI SOLDI
In realtà la risposta potrebbe essere già facile se si dà uno sguardo ai cachet.
Se hai meno di 100mila followers, ti pago 2,5k $;
Se hai tra i 300mila ed il milione di followers, ti pago fino a 50k$;
Se hai più di un milione di followers, il cachet arriva a 100k$, ma sappiamo tutti che per i top vip questi non sono cachet, ma briciole di pandoro.
I TRENDS PER IL 2024
Come dicevo in apertura di articolo, i trends per il 2024 in materia di Influencer Marketing partono dalla terminologia. Il 43% degli intervistati preferisce farsi chiamare “Creator”. Solo il 6% non si scolla da “Influencer”, mentre il 51% resta nel limbo del “Chiamatemi come ve pare” perchè usano Creator ed Influencer senza distinzioni.
I vertical del settore vedono in top three: Lifestyle, Fashion e Cosmetici. In salita la Skincare, mentre perde terreno il Food&Drink.
Cosa porterà alla collaborazione? La qualità del prodotto. Regola indiscussa per il 2024. Quindi basta con il cheap.
Di contro c’è però un 67% di Creators che accetterà collaborazioni con i brand preferiti, il che mette in discussione tutto il discorso fatto sull’awareness e sui nuovi brand (che non devono essere per forza essere sconosciuti ma magari lo sono ai più).
In ultima analisi i drivers. Cosa porterà maggiori investimenti nel campo dell’Influencer Marketing?
Al primo posto i contenuti generati dall’Intelligenza Artificiale, quindi avere familiarità con prompt e tools sarà un requisito fondamentale.
A seguire abbiamo maggiori investimenti su YouTube, TikTok e l’Affiliate Marketing.
Tuttavia, Instagram resta la piattaforma prefe dei Content Creators, con un netto stacco su tutte le altre: partnership o no, il report dimostra che i Content Creators possono “saltare” un giorno di pubblicazione su TikTok ma non Instagram con le sue Stories ed i suoi Reels.
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