Fino a 600mila euro di sanzioni se non si rispettano le regole del testo promosso dall’AgCom sugli Influencer.
Tutto è nato all’indomani del Pandoro Gate che ha coinvolto Chiara Ferragni, ma sarebbe fuorviante sostenere che prima di allora ci fosse la giungla.
Nel testo, infatti, si legge che gli influencer sono tenuti a sottolineare che quel contenuto postato sia di natura pubblicitaria. Ma in realtà le regole erano chiare da parecchio tempo, tant’è vero che chiunque pubblicasse una sponsorizzata senza i dovuti hashtag e/o caption, avrebbe dovuto fare i conti con le regole delle piattaforme stesse, perché il più delle volte il contenuto veniva cancellato con conseguente rischio di ban.
Ora quindi aggiungiamo anche la sanzione ed in materia di trasparenza pubblicitaria chi sgarra può arrivare a pagare anche fino a 250mila euro.
Si supera il mezzo milione di multa se invece non si rispettano gli obblighi di tutela dei minori o se vengono trattati temi esplicitamente vietati.
Ciò che l’AgCom ha fatto per il momento è stato “solamente” sganciare la bomba, ma dal punto di vista pratico non c’è ancora nulla on paper.
L’idea è quella che anche gli Influencer dei social facciano riferimento al Testo Unico sui Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici che nel 2021 è stato ripubblicato in Gazzetta Ufficiale con le modifiche necessarie visto l’evolversi del mercato.
Perchè questo? Perchè, dice AgCom “gli influencer svolgono un’attività economica” e pertanto creano un legane con l’economia italiana.
In attesa che il testo venga aggiornato e ratificato, quelle che al momento vengono considerate come delle “linee guida” si applicano a coloro che hanno più di 1 milione di follower, ma gli amatoriali non è che fanno il bello e cattivo tempo: anche a loro si applicano gli articoli 41 e 42 del Testo Unico in materia di comunicazione commerciale e di argomenti da non trattare.
Nel mentre, ciò che sta creando dibattito è anche la definizione stessa di “influencer”.
Come già detto nell’articolo sui trend dell’Influencer Marketing per il 2024, il 46% degli intervistati preferisce farsi chiamare “Content Creator” e non più “Influencer”, proprio perchè oggi il ruolo è cambiato e chi pubblica online non lo fa solamente per sponsorizzare un prodotto ed influenzare, appunto, le masse.
Quindi, non è poi così assurdo pensare che chiunque voglia essere mediamente attivo sui social, dovrà rispettare regole ferree per non incappare in multe salate.
LEGGI ANCHE:
La Strategia Di Pirrone Per La Ferragni: “Pensati Truffatrice”
CONSIGLI: