Appena ho letto questa notizia mi è venuta in mente l’immagine di Babbo Natale che con la sua slitta vola nei cieli e distribuisce i regali dall’alto.
In questo caso Babbo Natale è un drone e porta la firma di DoorDash, ovvero, il servizio di delivery numero 1 negli Stati Uniti.
Quindi voi immaginate di ordinare dal vostro fast food preferito e di ricevere la busta tramite drone. Dall’alto. Come le grazie.
Il servizio drone delivery di DoorDash è già attivo in Australia dal 2022 (più precisamente nell’aria del Queensland) ed ora si prepara ad essere implementato su tutto il territorio statunitense.
Il business partner è Wing, che già da tempo ha reso realtà questo servizio. Ed è infatti proprio Wing che chiarisce alcuni punti relativi alla privacy, come ad esempio la presenza di telecamere sui droni.
I droni di DoorDash e dei servizi di delivery possono spiarmi?
I droni hanno una telecamera. E questo è risaputo.
Ma com’è fatta questa telecamera?
Non si tratta di uno strumento ad alta risoluzione e né a colori: in pratica serve solamente per assistere nella navigazione, per assicurarsi che l’operazione di consegna vada a buon fine, ma non possono zoomare su punti specifici (quindi sul viso o sul corpo della persona). E così come i destinatari dell’ordine non sono riconoscibili, non lo sono le persone che il drone “incontra” durante il tragitto.
Come funziona la delivery di DoorDash?
DoorDash può consegnare di tutto, ma nulla che i competitor come Uber Eats e Grubhub non facciano già.
Tuttavia DoorDash detiene il monopolio della delivery negli States, grazie anche all’acquisizione di altre due compagnie (Squar’s Cavat e Wolt). In realtà, nel 2019, Uber tentò la fusione con DoorDash, ma le parti non arrivarono ad un accordo.
Chiunque può diventare un dasher, ovvero un fattorino dell’azienda: basta iscriversi, scegliere la zona e mettersi nella waiting list.
Quanto si guadagna con il delivery di DoorDash?
E’ possibile guadagnare con 3 metodi.
Il primo riguarda il Base Pay: per ogni ordine accettato, il dasher guadagna una percentuale calcolata sul tempo di consegna stimato, la distanza e la desiderabilità dell’offerta, ovvero quanto bisogno si ha del prodotto ordinato.
Il secondo riguarda il Plus Tips, le mance: queste sono a discrezione del consumatore e vengono devolute nella loro interezza al dasher. C’è però un particolare: più alta e la mancia, più efficiente sarà il servizio. A dirlo è la stessa DoorDash che avvisa l’utente al momento dell’ordine:
Questa è una soluzione che se da un lato tutela il dasher, non è per niente conveniente per chi effettua l’ordine: molti infatti ammettono di lasciare una mancia a delivery completata, perché giustamente vogliono prima valutare il servizio. A chi andrà la mancia per la delivery via drone, non è ancora dato sapere…
Il terzo metodo riguarda il Plus Promotions, ovvero la possibilità di partecipare a sfide in determinati giorni, dove viene chiesto di completare tot consegne in tot tempo. E questo è il metodo sicuramente più redditizio.
Entrambe le parti però non sono soddisfatte della gestione del servizio.
I consumatori lamentano prezzi molto alti, mentre i dashers protestano per un Base Pay troppo Basic.
Su Instagram è stato creato l’hashtag #boycottdoordash dove è possibile leggere pareri molto veementi nei confronti della società: dal fattorino che lamenta di guadagnare 3 dollari a fronte di una consegna che gli costa, solo di benzina, 3 dollari e 10, al consumatore che tra prezzi lievitati e mance per avere un hamburger non freddo ma decente, deve spendere il doppio:
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