Papa Francesco parteciperà ai lavori del G7 del prossimo giugno in Puglia.
Si tratta della prima volta di un pontefice al forum del gruppo dei 7.
E potremmo fermarci qui se Ok Guys fosse un blog dedicato alle flash news.
La notizia “ci interessa” perché il Papa parteciperà ad una sessione ben precisa del G7: quella dedicata all’Intelligenza Artificiale.
Devo ammettere che quando ho visto il video della premier Giorgia Meloni in cui annunciava la presenza del Papa alla sessione sull’AI, non ne avevo colto subito il senso.
Sono onorata di annunciare la partecipazione di Papa Francesco @Pontifex ai lavori del #G7Italy. È la prima volta che un Pontefice partecipa ai lavori del Gruppo dei Sette e questo non può che rendere lustro all'Italia e all'intero @G7 pic.twitter.com/m6q7GcWcFb
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) April 26, 2024
Poi hanno iniziato a susseguirsi parole e frasi tipo “E’ la più grande sfida antropologica di quest’epoca” o “Riflessione etica ed intellettuale”. E da lì ho capito quale potrebbe essere il ruolo di Papa Francesco al G7.
In realtà, però, c’è dell’altro.
Il Papa aveva già intrapreso questo percorso volto ad una maggiore sensibilizzazione, nonché applicazione, dei principi dell’etica dell’Intelligenza Artificiale.
Siamo nel 2020.
Il Vaticano si fa promotore della firma al documento chiamato “Call for an AI Ethics” che si prefigge di supportare un approccio etico all’Intelligenza Artificiale, con un richiamo al senso di responsabilità da parte di Governi, organizzazioni, istituzioni e privati affinché l’AI possa servire il genio dell’uomo e non sostituirlo.
I firmatari hanno quindi acconsentito a rispettare questi principi:
1 Trasparenza: i sistemi di intelligenza artificiale devono essere comprensibili a tutti.
2 Inclusione: questi sistemi non devono discriminare nessuno perché ogni essere umano ha pari dignità
3 Responsabilità: ci deve essere sempre qualcuno che si assume la responsabilità di ciò che fa una macchina
4 Imparzialità: i sistemi di intelligenza artificiale non devono seguire o creare pregiudizi
5 Affidabilità: l’intelligenza artificiale deve essere affidabile
6 Sicurezza e Privacy: questi sistemi devono essere sicuri e rispettare la privacy degli utenti
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Ora, leggendo questi sei punti, possiamo affermare con certezza – a quattro anni di distanza dalla firma del documento – che gli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale siano andati esattamente seguendo questi principi?
Sicuramente no.
Altro aspetto che ha colpito la mia attenzione è che tra i firmatari del 2020 c’era (e c’è) anche Microsoft.
E Microsoft si sta dando davvero da fare per avere LA voce in capitolo in materia di Intelligenza Artificiale, il che pone dei legittimi dubbi sul fatto che il suo operato possa davvero ancora essere coerente con i 6 punti citati poco fa.
Ricordiamo infatti che Microsoft ha scommesso su OpenAI ed ha integrato praticamente da subito ChatGPT a Bing (il suo motore di ricerca).
Microsoft ha anche chiuso a gennaio di quest’anno, un accordo con Vodafone per oltre un miliardo e mezzo di dollari per poter mettere le mani anche sull’IoT: operazione che, sommata a quella con OpenAI, l’ha fatta diventare la società quotata in borsa con il valore più alto.
In ultimo, ed è notizia recente, l’adozione dell’intelligenza artificiale generativa e dell’attività di Copilot (il chatbot di Microsoft) ha registrato un rialzo tale da convincere gli investitori a puntare sulla società facendo salire le azioni di un ulteriore 5.5%.
Insomma, Microsoft si sta impegnando molto. Con etica? Non lo sappiamo.
Magari lo scopriremo al margine del vertice del G7 e direttamente dalle stanze del resort Borgo Egnazia, location designata ad ospitare il summit nel prossimo mese di giugno. Va che bello: