Si chiama “Progetto Ghostbusters” perché il logo di Snapchat è un fantasmino.
Si chiama “Progetto Ghostbusters” perché Facebook avrebbe decrittografato il traffico dei competitor, così da rendere invisibile la sua diretta azione nel rubare i dati agli utenti degli altri.
Ma sei fantasmi sono tali perché non si vedono, quello che è successo nel 2016 si vede benissimo dalle carte depositate in Tribunale: sono i documenti che rivelano come Meta abbia cercato di ottenere agevolazioni dalle analisi del traffico verso i concorrenti Snapchat, YouTube ed Amazon.
Come avrebbe fatto?
Facebook aveva bisogno di sviluppare una tecnologia per decrittografare il traffico verso “i nemici”, perché solo così avrebbe avuto accesso a tutta una serie di dati utili a delineare i comportamenti degli utenti (… e non solo per scopi di marketing).
Più in generale, il Progetto Ghostbusters era parte di un più ampio Action Plan, denominato IAPP, In-App Action Panel. C’è uno scambio di email agli atti.
E’ pubblico e si trova qui.
Tra le conversazioni si legge dell’ipotesi di un kit speciale da installare si dispositivi iOS ed Android per decriptare il traffico sulle app ed ottenere i dati.
“In July 2016, the Onavo team’s proposed solution was presented to senior management, including now-COO Javier Olivan: Facebook developed “‘kits’ that can be installed on iOS and Android that intercept traffic for specific sub-domains, allowing us to read what would otherwise be encrypted traffic so we can measure in-app usage”.
Facebook è poi riuscita ad accedere ai dati dei competitor?
Sì, grazie ad Onavo.
Che cos’é Onavo?
Partiamo dalla fine. Siamo nel 2019 e Onavo chiude i battenti perché accusata di essere uno spyware.
Onavo era una società israeliana di analisi web, acquisita da Meta nel 2013. Meta utilizzava Onavo per monitorare il traffico dei concorrenti e nel 2019 Meta venne accusata di pagare gli adolescenti per “costringerli” ad installare Onavo sui propri dispositivi, così da poter accedere ai loro dati.
Ma perché proprio Snapchat?
All’epoca dei fatti, Snapchat era l’app con il più grande potenziale di crescita, i numeri raddoppiavano di trimestre in trimestre. E Facebook voleva capire come e perché.
Stando alle accuse, quest’azione di spionaggio avrebbe portato poi le piattaforme Meta, Instagram in primis, ad adottare il metodo Snapchat della temporaneità dei contenuti: da lì infatti nacquero le Stories che ad oggi, per stessa ammissioni di Adam Mosseri, Head of Business di IG, sono il contenuto più utilizzato dagli utenti.
ULTIMI ARTICOLI: