La mente è andata subito all’ottobre del 2021: l’outage più grave nella storia di Facebook che ha lasciato “al buio” 10 milioni di utenti, compresi i dipendenti che non potevano comunicare più internamente. Tutto questo per circa 7 ore.
Tre anni dopo, Meta di nuovo in blackout. Ma stavolta non si conoscono ancora le cause precise. O meglio, non sono state comunicate.
Sei ore dopo il down, Meta riconosceva i problemi di accesso e si scusava:
Ma è sul profilo Metaquest che vengono spese due parole in più:
In tutto questo, il vincitore è stato Elon Musk che, dal suo X (Twitter), ha scritto “Se vedete questo post, vuol dire che i nostri server funzionano”.
Fenomeno!
Ma che cosa è successo realmente?
Perché Meta è andato in down?
Innanzitutto non ha riguardato solo Facebook, Instagram, Messenger e Threads (WhatsApp solo in minima parte), ma anche Google e i servizi ad esso collegati (Gmail, Playstore…), YouTube, Tik Tok e Snapchat. Il problema che hanno riscontrato tutti gli utenti è stato quello di essere stati letteralmente scaraventati fuori dai loro account e non appena si tentava di accedervi, gli utenti (non tutti) venivano informati che la loro password era errata.
Il panico!
In molti hanno pensato di essere stati vittima di hackeraggio.
Il punto è che si è parlato di “guasto tecnico”, ma in realtà nessuno ha fornito spiegazioni sufficienti e plausibili.
Ecco quindi che si sono scatenate diverse teorie e, quella dell’hackeraggio ai server Meta, resta comunque in piedi. Perchè? Per la possibile fuga di dati. E non dimentichiamo che in USA siamo in periodo elettorale..
Un portavoce della Casa Bianca, dal Dipartimento della Sicurezza Nazionale, ha affermato che la situazione è stata monitorata anche da lì, ma che non risultavano attività cyber ritenute maligne.
Un’altra ipotesi che ha trovato spazio è legata all’incidente nel Mar Rosso, dove sono stati tranciati i cavi di alcuni sottomarini, cavi che assicurano la copertura Internet a livello globale. Tra l’altro, pare che questa notizia si stata volutamente silenziata dalle società interessate, proprio per non creare allarmismi.